sabato 28 agosto 2010

Comunicato

In questi giorni drammatici, in cui nonostante le menzogne del Ministro Gelmini, altri 40 mila lavoratori precari della scuola perderanno il proprio posto di lavoro, noi del Coordinamento Precari Scuola Bologna vogliamo innanzitutto manifestare la nostra solidarietà nei confronti di quei colleghi precari che hanno intrapreso lo sciopero della fame. La vostra lotta è la nostra: non dobbiamo permettere che questo governo demolisca giorno dopo giorno la scuola pubblica, calpestando il nostro diritto ad un lavoro dignitoso, nonché il diritto di genitori ed alunni ad una scuola di qualità.

Ciononostante, guardiamo con profonda preoccupazione ad una forma di lotta così estrema come quella che i colleghi di Palermo e di altre città stanno mettendo in pratica da diversi giorni a rischio della loro stessa salute, per questo vorremmo invitare tutti a desistere. Lo sciopero della fame è uno strumento di lotta dalla forza dirompente, ma grande è il rischio che esso perda presto la propria potenza e scivoli nel silenzio, soffocato dal vuoto sensazionalismo mediatico che anima molta della stampa del nostro Paese.

Siamo consapevoli che la nostra situazione a Bologna è, per il momento, meno grave di quella di altre città d’Italia, in cui praticamente non ci saranno convocazioni perché non ci sono supplenze da assegnare. Sospendere lo sciopero della fame non significa, tuttavia, sospendere la lotta, ma portarla avanti in altre forme. Raccogliere le forze di tutti i precari, quelli che hanno perso il proprio posto e quelli che invece sono riusciti a mantenerlo, insieme ai colleghi di ruolo che lavorano dentro scuole al limite del collasso. Dobbiamo scendere nuovamente insieme nelle piazze e soprattutto dobbiamo portare la nostra protesta dentro le scuole, convincendo i colleghi a non piegarsi a quello che non è solo un taglio dei nostri progetti di vita, ma un vero e proprio attentato contro la scuola democratica e la vita civile di questo paese.

Allarghiamo il fronte della non collaborazione. A partire dalle convocazioni per le nomine, che non procederanno certo nella nostra indifferenza, e dai primi collegi docenti dove non si potrà certo fare finta di niente. Già lo scorso anno, a causa dei tagli, c’erano le condizioni per rendere impossibile il funzionamento delle nostre scuole e quest’anno sarà peggio. Bloccare la scuola per salvarla questo dovrebbe essere il nostro obiettivo. Ciò non avviene perché siamo noi stessi e i nostri colleghi di ruolo che aiutiamo il Ministro Gelmini a tappare tutti i buchi che i suoi tagli hanno provocato e continueranno a provocare. Deve essere chiaro a tutti che si tratta di una collaborazione a cui possiamo e dobbiamo sottrarci.

Difendiamo la scuola pubblica, non collaboriamo al suo smantellamento.

Coordinamento Precari Scuola di Bologna