lunedì 7 maggio 2012

INVISIBILI ALL'INVALSI

ALUNNI DISABILI E DOCENTI DI SOSTEGNO:
INVISIBILI ALL'INVALSI

Siamo docenti specializzati di sostegno che da anni lavoriamo nella scuola pubblica italiana.
Abbiamo letto laNota sullo svolgimento delle prove Invalsi per gli alunni con bisogni educativi speciali” e non abbiamo intenzione di rimanere in silenzio di fronte alla sospensione dei diritti di integrazione scolastica riconosciuti dalla legge 104/92 ai nostri alunni.

Dal 1971 la scuola e la società italiana hanno intrapreso un lungo percorso di trasformazione che ha portato alla chiusura delle scuole speciali e all'abolizione delle classi differenziate rendendo effettivo il principio costituzionale che “la scuola è aperta a tutti”. E se la scuola di una volta non riusciva a prendersi cura di ogni bambino, abbiamo cambiato la scuola, perché avere un compagno di classe disabile è importante per tutti: per lui, per i suoi amici e per la nostra società che impara dai loro figli che ognuno di noi ha esigenze e capacità speciali che non possono essere standardizzate.

Noi docenti di sostegno siamo consapevoli di essere un'anomalia nel panorama educativo europeo, un'anomalia incomprensibile all'Invalsi, perché siamo il segno tangibile di un modello di scuola e di società che ha scelto la strada dell'integrazione. Per la scuola italiana, infatti, “gli insegnanti di sostegno assumono la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui operano, partecipano alla programmazione educativa e didattica e alla elaborazione e verifica delle attività di competenza dei consigli di interclasse, dei consigli di classe e dei collegi dei docenti (L 104/92)”. Insomma siamo in tutto e per tutto insegnanti della classe.

Cosa pretende invece l'INVALSI?
  • Solo il Dirigente Scolastico potrà decidere se tenere in classe o meno l'alunno con “bisogni educativi speciali”
  • I compiti dei nostri studenti (compresi gli alunni con Disturbi Specifici dell'Apprendimento) verranno segnalati e non rientreranno nelle valutazioni dell'Istituto perché “non standardizzabili”
  • In ogni caso il docente di sostegno dovrà uscire dalla classe.

L'INVALSI, con la somministrazione dei propri test a crocette, pretende di fotografare la scuola italiana in modo oggettivo. Peccato che la foto che ci restituisce ha tanti buchi.
Si, perché cancella i circa 200.000 alunni disabili che frequentano la scuola pubblica statale e con loro i docenti di sostegno specializzati che li accompagnano nel percorso educativo di ogni giorno, riportando l'immagine della scuola italiana indietro di almeno 40 anni!

Per questo, noi docenti di sostegno qualora venissero somministrate le prove:
  • non usciremo dalle classi di cui siamo contitolari
  • non allontaneremo l'alunno/a disabile dai suoi compagni di classe
  • non somministreremo al nostro alunno/a il Questionario dello studente e inviteremo i nostri colleghi della disciplina a fare lo stesso con l'intera classe.

Invitiamo tutte/i a stampare e diffondere questo appello!

No alla scuola standardizzata!
No alla scuola che divide!
No all'Invalsi!

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