ALUNNI
DISABILI E DOCENTI DI SOSTEGNO:
INVISIBILI
ALL'INVALSI
Siamo
docenti specializzati di sostegno che da anni lavoriamo nella scuola
pubblica italiana.
Abbiamo
letto la “Nota
sullo svolgimento delle prove Invalsi per gli alunni con bisogni
educativi speciali” e
non abbiamo intenzione di rimanere in silenzio di fronte alla
sospensione dei diritti di integrazione scolastica riconosciuti dalla
legge 104/92 ai nostri alunni.
Dal
1971 la scuola e la società italiana hanno intrapreso un lungo
percorso di trasformazione che ha portato alla chiusura delle scuole
speciali e all'abolizione delle classi differenziate rendendo
effettivo il principio costituzionale che “la scuola è aperta a
tutti”. E se la scuola di una volta non riusciva a prendersi
cura di ogni bambino, abbiamo cambiato la scuola, perché avere un
compagno di classe disabile è importante per tutti: per lui, per i
suoi amici e per la nostra società che impara dai loro figli che
ognuno di noi ha esigenze e capacità speciali che non possono essere
standardizzate.
Noi
docenti di sostegno siamo consapevoli di essere un'anomalia nel
panorama educativo europeo, un'anomalia incomprensibile all'Invalsi,
perché siamo il segno tangibile di un modello di scuola e di
società che ha scelto la strada dell'integrazione.
Per la scuola italiana, infatti,
“gli insegnanti di sostegno assumono la contitolarità delle
sezioni e delle classi in cui operano, partecipano alla
programmazione educativa e didattica e alla elaborazione e verifica
delle attività di competenza dei consigli di interclasse, dei
consigli di classe e dei collegi dei docenti (L 104/92)”. Insomma
siamo in tutto e per tutto insegnanti della classe.
Cosa
pretende invece l'INVALSI?
- Solo il Dirigente Scolastico potrà decidere se tenere in classe o meno l'alunno con “bisogni educativi speciali”
- I compiti dei nostri studenti (compresi gli alunni con Disturbi Specifici dell'Apprendimento) verranno segnalati e non rientreranno nelle valutazioni dell'Istituto perché “non standardizzabili”
- In ogni caso il docente di sostegno dovrà uscire dalla classe.
L'INVALSI,
con la somministrazione dei propri test a crocette, pretende di
fotografare la scuola italiana in modo oggettivo. Peccato che la foto
che ci restituisce ha tanti buchi.
Si,
perché cancella i circa 200.000 alunni disabili che
frequentano la scuola pubblica statale e con loro i docenti di
sostegno specializzati che li accompagnano nel percorso educativo di
ogni giorno, riportando l'immagine della scuola italiana indietro di
almeno 40 anni!
Per
questo, noi docenti di sostegno qualora venissero somministrate le
prove:
- non usciremo dalle classi di cui siamo contitolari
- non allontaneremo l'alunno/a disabile dai suoi compagni di classe
- non somministreremo al nostro alunno/a il Questionario dello studente e inviteremo i nostri colleghi della disciplina a fare lo stesso con l'intera classe.
Invitiamo
tutte/i a stampare e diffondere questo appello!
No
alla scuola standardizzata!
No
alla scuola che divide!
No
all'Invalsi!
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