giovedì 18 aprile 2013

Il modello giusto per chi?

In seguito al comportamento e alle dichiarazioni del nostro sindaco Virginio Merola in merito al Referendum del 26 maggio, riteniamo opportuno rammentargli il significato di alcuni termini il cui senso profondo sembra sfuggirgli:
Democrazia parlamentare: Forma di governo in cui il potere viene esercitato dal popolo tramite rappresentanti. 
Referendum consultivo comunale: La possibilità di presentare proposte di referendum al Comune rientra fra i diritti di partecipazione che i cittadini possono esercitare per concorrere allo svolgimento delle attività poste in essere dall'amministrazione locale. (http://www.comune.bologna.it/partecipazione/servizi/101:3406/3446/)
Ruolo del Sindaco nell’indizione di un  Referendum consultivo comunale:  Il Sindaco provvede ad assicurare la più ampia pubblicità allo svolgimento del referendum [...].La Giunta comunale stabilisce gli spazi da destinare all'affissione referendaria individuandoli, di norma, tra quelli utilizzati per le pubbliche affissioni e garantendo parità di trattamento fra tutti gli aventi diritto. (http://www.comune.bologna.it/media/files/regolamento_sui_diritti_di_partecipazione_e_di_informazione_dei_cittadini.pdf)
Inoltre pare che il Signor Sindaco debba andarsi a rileggere il programma del suo partito, il quale propone, per un’Italia giusta:
[...] dovremo colmare la faglia che si è scavata tra cittadini e politica. Qui non bastano le parole. Serviranno i comportamenti, le azioni, le coerenze. Faremo in modo che buona politica e riscossa civica procedano affiancate. Il traguardo è ricostruire quel patrimonio collettivo che la destra e i populismi stanno disgregando: la qualità della democrazia, la legalità, la cittadinanza, la partecipazione. (https://s3.amazonaws.com/PDS3/allegati/il-programma-dei-democratici-e-dei-progressisti.pdf)
 Appunto:
Il sindaco Virginio Merola definisce «un delirio» spendere 500mila euro per una consultazione” (La Repubblica, 13/03/2013)
"Chi vuole va a votare, ma sappia che sono stato eletto per portare avanti questo sistema" (La Repubblica, 12/04/2013)
“Quello in vigore è «il modello giusto per Bologna»” (Radio città del Capo, 12/04/2013)
Ma giusto per chi?
Per i bambini che ogni anno rimangono esclusi dalle scuole dell’Infanzia pubbliche? Per i genitori che, non sapendo come fare, si vedono costretti a rivolgersi  a un istituto privato? O per chi, pur di non optare per una scuola confessionale, è costretto a privare i propri figli dell’esperienza della scuola materna?
Per noi, che da anni lottiamo in favore della Scuola Pubblica, il sistema integrato ha invece mostrato, sia a livello locale che nazionale, tutta la sua ingiustizia. Laddove si definanziava  la scuola della Costituzione, si aumentavano i finanziamenti a quelle private o paritarie che dir si voglia. Il gioco di parole dei contrari al Referendum è infatti quello di definire Pubbliche anche le scuole confessionali, intendendo per Pubblico ciò che è finanziato dallo Stato. Per noi, invece, la Scuola Pubblica è la scuola dell’inclusione e della costituzione, quella  che rimuove gli ostacoli economici e sociali che impediscono il pieno sviluppo della persona umana, quella che mescola nazionalità e culture diverse affinché la società diventi migliore, quella che accoglie differenti idee al fine di promuovere il pensiero critico, in una parola, quella dei cittadini. Per noi la Scuola è Pubblica perché è di tutti, e proprio per questo i cittadini, come sta accadendo a Bologna, devono farsi carico della sua qualità, devono dire di no al suo smantellamento anche se esso sembra naturale e chi vi si oppone è tacciato di essere “marziano”, devono riprendere in mano le redini della democrazia e insegnare, soprattutto a quei partiti che tale valore portano nel nome, cosa essa significhi in realtà. Il 26 maggio 2013, al Referendum, anche se i seggi saranno pochi, anche se il Sindaco dice che a lui non interessa, anche se l’Europa non ce lo chiede, noi andremo a votare affinché non ci siano scuole di serie B ma solo e soltanto la Scuola Pubblica di serie A.
Coordinamento Precari Scuola Bologna

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