giovedì 18 gennaio 2018

Un nuovo anno, facciamo il punto

Inauguriamo la nuova stagione di Fuori Ruolo con una rassegna delle tematiche che hanno interessato la dal ritorno delle vacanze in poi. C’è da dire che sono tante e toccano aspetti differenti del mondo della scuola: gli studenti, la didattica e i lavoratori e le lavoratrici della scuola.

La puntata inizia proprio da quest’ultimo punto: l’ultima sentenza del Consiglio di Stato in adunanza plenaria ha estromesso dalle Graduatorie ad esaurimento ben 43.000 maestri e maestre diplomate e diplomati entro il 2001 (quando ancora si poteva accedere alla scuola con il solo diploma e non con il vincolo della laurea) che una precedente sentenza, sempre dello stesso Consiglio di Stato aveva inserito in graduatoria ed addirittura in ruolo. Oltre al dato umano devastante, il dato di fatto che emerge è sempre lo stesso: buoni per fare le supplenze, non adeguati per l’assunzione. Lapidarie, nel senso di lapide per citare una canzone degli Offlaga Disco Pax, le parole della Ministra Fedeli a commento di questa sentenza rilasciate al quotidiano La Repubblica all’indomani della sentenza: 
“La sentenza va applicata, ma dobbiamo calcolare l’impatto e le conseguenze per questo ho convocato una riunione per il prossimo 4 gennaio. Capisco la loro situazione, ma bisogna tenere conto che ci sono pure leggi e regolamenti da rispettare”.
La scuola, oltre che peri maestri e le maestre della scuola primaria è un terreno di dibattito piuttosto ampio. Durante il mese di dicembre ha conosciuto avuto una rapida diffusione un Appello per la scuola pubblica-  un documento sulla scuola e sull’istruzione, da leggere, pensare e sottoscrivere.
Il documento, redatto da sei insegnanti delle scuole superiori del Nord-Italia, un ex preside e un docente universitario, denuncia gli effetti della legge 107 sulla scuola e chiede che si torni a parlare criticamente di scuola “ricostituendo un fronte comune” tra insegnanti, dirigenti, studenti e “riprendendo una lotta cosciente e resistente in difesa della scuola”.
È un testo piuttosto interessante, vi consigliamo di leggerlo. Affianchiamo però la lettura a due altri interventi pubblicati in questo periodo.
Il primo è un articolo pubblicato da un maestro di terza elementare, Gianluca Gabrielli che, pur condividendo lo spirito dei sottoscrittori, sente però l’esigenza di allargare la riflessione sulla scuola anche ai cicli dell’infanzia che nell’appello ha sentito poco rappresentati.

Martedì 9 gennaio è stato pubblicato su “Il Manifesto” un intervento di Girolamo de Michele dal titolo “Non lasciamo cadere i suggerimenti di papa Francesco”. De Michele accosta il “mantra reazionario di Mastrocola “l’insegnante spiega, l’alunno studia. L’alunno ripete, l’insegnante valuta” all’approccio che in passato ha avuto il mondo cattoliche che, mentre urlava all’emergenza educativa “letta come prodotto della modernità, invocava un ritorno al patrimonio di valori della tradizione che si traduceva in un attacco alla scuola pubblica per favorire le lobby private di Comunione e Liberazione”. A questo De Michele contrappone il discorso che Bergoglio ha fatto il 5 gennaio ai maestri cattolici, proponendo tre punti di riflessione “la cultura dell’incontro, l’alleanza tra scuola e famiglia e l’educazione ecologica. E anche un incoraggiamento al fare associazione.” De Girolamo conclude così: “nella consapevolezza che senza una rivoluzione della scola non si rivoluziona la società, ma anche che senza rivoluzionare la società non si salva la scuola, oggi ritrovo la volontà di “ripensare, costruire e difendere” la scuola pubblica, queste tre indicazioni di lotta, nella proposta educativa di Papa Francesco.” Interessante lettura anche quella di Bergoglio, ve la proponiamo qui:

Nessun commento:

Posta un commento