giovedì 19 aprile 2018

Lettera sui corsi 24 Cfu - assemblea sul Fit

All’attenzione del Magnifico Rettore Prof. Francesco Ubertini 
All’attenzione della responsabile Aform Angela Negrini 
All’attenzione della Direttrice del Dipartimento di Scienze dell'Educazione, Prof.ssa Roberta Caldin 
All’attenzione della Coordinatrice del Corso di Laurea in Educatore nei servizi per l'infanzia Lucia Balduzzi 

La gestione dei percorsi di riconoscimento e acquisizione dei 24 CFU necessari come prerequisito di accesso al FIT promossa dall’Unibo ha presentato e continua a presentare numerose problematicità che pesano in maniera significativa sulle e sugli interessati senza garantire le condizioni di trasparenza ed equità necessarie. 
Le fasi di questo percorso sono state scandite da informazioni lacunose, continue rettifiche sulle tempistiche, lunghi periodi di attesa periodicamente interrotti da scadenze pubblicate, spesso, con soli pochi giorni di anticipo. Tali condizioni non hanno garantito alle e agli iscritti di affrontare tale percorso con le dovute informazioni, dipingendo, d’altra parte, una situazione di costante emergenza del tutto ingiustificata. Le pubblicazioni dei primi riconoscimenti, avvenute nel corso delle ultime settimane, mancano di spiegazioni che permettano di capirne pienamente i criteri, motivo per cui molte e molti di noi si sono trovati a dover chiedere chiarimenti. L’arbitrarietà che la procedura di riconoscimento lasciava prevedere fin dall’inizio, si trova purtroppo ad essere confermata: la valutazione dei medesimi esami ha trovato, ad esempio, in altri atenei, esiti diversi da quelli sanciti dall’Unibo. 
Questo è inaccettabile perché va a creare situazioni di disparità tra coloro che accederanno al concorso. 
Alla data attuale, inoltre, le operazioni di riconoscimento non sono state ancora concluse, né esiste una scadenza entro cui ne sia previsto il termine. Allo stesso tempo si è tuttavia conclusa la prima finestra dedicata alla compilazione del piano di studi: molti si sono trovati e si troveranno dunque nella grottesca situazione di presentare un piano di esami senza sapere quanti e quali crediti debbano effettivamente conseguire. 
Non solo ci troviamo a dover attendere a un requisito che più volte abbiamo avuto modo di definire ingiusto (in quanto retroattivo e a pagamento), iniquo (per i margini di discrezionalità ai quali si presta il processo di riconoscimento dei crediti già acquisiti) e superfluo (dato che è previsto un percorso di reclutamento formativo lungo 3 anni), ma ci troviamo a doverlo fare secondo modalità confuse e arbitrarie e con un’offerta formativa si è dimostrata di scarsa qualità, acritica e nozionistica. 

Al fine di permettere alle e agli iscritti di comprendere pienamente la propria situazione e progettare le proprie scelte, chiediamo pertanto che: 
1) vengano pubblicate le liste degli esami effettivamente riconosciuti; 
2) vengano ulteriormente esplicitati i criteri di valutazione e le motivazioni che hanno portato alla mancanza di riconoscimento dei singoli esami; 
3) siano specificate modalità per cui sia continuamente possibile accedere alle procedure di riconoscimento fino alla data del bando del FIT; 
4) i crediti acquisiti nel percorso 24 CFU siano conteggiati ai fini dell’accesso al Diritto allo studio (fruizione delle borse di studio Er-go). Più volte i rappresentanti dell’Università hanno affermato che le difficoltà organizzative non fossero da imputare ad altro se non alla condizione di profonda inadeguatezza determinata dall’emanazione del DM 616/2017, senza un adeguato accompagnamento esplicativo della norma e delle tempistiche legate al prossimo concorso FIT. Quali che fossero le motivazioni che hanno portato ai ritardi e al caos verificatisi (da imputare alla condizione di profonda inadeguatezza determinata dall’emanazione del DM 616/2017, come affermato dai rappresentanti stessi dell’Università, o derivanti da problemi di gestione dell’Ateneo stesso) a farne le spese sono stati sempre e comunque le destinatarie e i destinatari del FIT. 

Chiediamo quindi che l’Ateneo di Bologna e gli altri atenei italiani contribuiscano a agevolare quanto più possibile le situazioni di coloro che, in mancanza di un percorso di reclutamento docenti già dal 2014, stanno provando ad accedere all’insegnamento e senza alcuna responsabilità si trovano adesso a dover rispondere ad un requisito d’accesso che non era previsto nel corso della formazione ordinaria, e si trovano a farlo magari lavorando, spesso già a scuola, come insegnanti precarie e precari. 

Coordinamento precari/-ie della scuola Bologna e partecipanti all’assemblea sul FIT organizzata da: CPS Bologna 
Noi Restiamo 
Cobas scuola Bologna 
Usb scuola Bologna

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