giovedì 30 marzo 2017

Ma la scuola è un lavoro?

All'interno della “Buona scuola” l'alternanza scuola-lavoro è sicuramente l'elemento più caratterizzante del nuovo corso della scuola pubblica

La Legge 107, di cui tante volte abbiamo parlato, ha come suo punto forte l'alternanza-scuola lavoro: non a caso l'ex premier Renzi nel suo famoso video con la lavagna la mise al primo posto come canale ideale per collegare la cultura umanistica (offerta dalla nostra scuola tradizionale, che evidentemente puzzava un po' troppo di Ancien régime) e la necessità di sviluppare una formazione per competenze utile per il mercato del lavoro.
Ma cos'è in realtà questa alternanza scuola lavoro? Un dispositivo legislativo, introdotto oramai due anni fa, che indirizza gli studenti verso tirocini e stage per un totale di 200 ore per i licei, quattrocento ore per gli istituti tecnici e professionali, da spendere in aziende, corsi di formazione, lezioni di simulazione..alla fine, tutto ciò che non sia stare in classe a far lezione, ma che possa essere globalmente condotto al mercato del lavoro.
All'interno della “Buona scuola”, legge che non ha fatto altro che seguire il tracciato della Riforma Gelmini, l'alternanza scuola-lavoro è sicuramente l'elemento più caratterizzante del nuovo corso della scuola pubblica: le tante ore dedicate a questo progetto hanno chiesto uno stravolgimento della nostra didattica (adeguamento della programmazione annuale in primis), tanto da arrivare ad influire sulla valutazione finale dell'Esame di Stato come stiamo scoprendo dalle deleghe gestite dalla Ministra Fedeli, confermando così una subordinazione della scuola alle esigenze del mercato del lavoro che già si poteva sospettare con le politiche scolastiche dell'Unione europea sull'orientamento permanente.
Quanto è ampia la questione scuola-lavoro?rispondiamo subito dicendo che è enorme la voragine che è stata spalancata da questo aspetto della legge 107. Da una parte abbiamo un problema organizzativo: il governo ha calato un'innovazione radicale senza che le scuole fossero pronte, tanto in termini di risorse economiche e umane da mettere a disposizione di questo progetto, quanto in fatto di contatti con gli attori economici del territorio (innumerevoli le difficoltà a trovare stage per i liceali), finendo per proporre ai ragazzi attività poco o affatto attinenti con i percorsi di studio -se non addirittura degradanti- pur di esaurire il monte ore. Dall'altra c'è un nodo ancor più complesso: come si relaziona tutto ciò con il dramma della disoccupazione giovanile e dello sfruttamento che conoscono i lavoratori nell'era del Jobs act? Per affrontare tali punti e in particolare per inquadrare l'alternanza in quella che è la ristrutturazione del capitalismo italiano abbiamo invitato Francesco Olivi per riportarci le riflessioni su lavoro e trasformazioni del mondo della formazioni che la Campagna Noi restiamo! sta portando avanti.

Oltre ad ascoltare la puntata vi segnaliamo alcune letture utili per approfondire:
Un interessante articolo di Matteo Vescovi (Cobas-Cesp Bologna) che da docente di un istituto tecnico del bolognese propone “un'alternativa all'alternanza”

Per inquadrare l'alternanza scuola-lavoro nel contesto della battaglia sul lavoro che si sta giocando in Italia consigliamo -caldamente- la lettura della documentata analisi dei Clash City Workers

Tanti sono gli articoli che hanno raccolto le testimonianze di studenti che hanno vissuto brutte esperienze con l'alternanza; uno degli ultimi è quello di Flavia Guidi su vice.com

Ascolta la puntata

giovedì 23 marzo 2017

Sciopero. Per quella vecchia idea de esse tutti uguali

"Scuola e lavoro, che temi originali se non per quella vecchia idea de esse tutti uguali", così canta Daniele Silvestri in uno dei pezzi che accompagna la puntata in cui noi di Fuori Ruolo proviamo a raccontare lo sciopero generale della scuola del 17 marzo: le ragioni, lo svolgimento e le reazioni – sindacali, ministeriali e giornalistiche.
Proviamo anche a spiegarvi perchè come Coordinamento abbiamo non solo aderito ma scelto di scendere in piazza e mettere le nostre energie nel pensare e popolare la piazza. Uno sciopero riuscito nei numeri: "si apre un nuovo capitolo nella storia del sindacalismo di base: abbiamo sfatato il vecchio pregiudizio secondo il quale gli scioperi che contano sono solo quelli proclamati da tutte le sigle dei sindacati rappresentativi. Non è così, anche noi siamo in grado di farci sentire" ( parole di Stefano d'Errico, segretario nazionale Unicobas).
Una piazza invece un pò svuotata dalle politiche tese a frazionare la società, la scuola, il precariato e a far sì che ognuno sia concentrato a risolvere le proprie questioni. 'Divide et impera' dicevano i latini e a quanto pare questa politica funziona. Allora sbracciamoci per ricomporre i pezzi e diamo voce a chi sceglie di non restare alla finestra a guardare ma riflettere sulle modifiche in atto nel mondo scolastico e poi parlare, agire.
Rispetto a chi preferisce liquidare uno sciopero nominando solo i disagi che crea, noi preferiamo parlarne..."con solo questa lingua in bocca e se mi tagli pure questa io non mi fermo, scusa, canto pure a bocca chiusa"...e occuparci anche di cosa dicono gli studenti e le studentesse, che come noi docenti vivono la scuola ogni giorno. E a proposito di giovani, Young Folks e la rapper Keny Arkana affiancano Silvestri.

Per non restare a bocca chiusa, continueremo la nostra analisi delle deleghe in via di approvazione: il prossimo giovedì in programma il tema caldo dell'alternanza scuola-lavoro.