All’attenzione del Magnifico Rettore Prof. Francesco Ubertini
All’attenzione della responsabile Aform Angela Negrini
All’attenzione della Direttrice del Dipartimento di Scienze dell'Educazione,
Prof.ssa Roberta Caldin
All’attenzione della Coordinatrice del Corso di Laurea in Educatore nei servizi
per l'infanzia Lucia Balduzzi
La gestione dei percorsi di riconoscimento e acquisizione dei 24 CFU
necessari come prerequisito di accesso al FIT promossa dall’Unibo ha
presentato e continua a presentare numerose problematicità che pesano in
maniera significativa sulle e sugli interessati senza garantire le condizioni di
trasparenza ed equità necessarie.
Le fasi di questo percorso sono state scandite da informazioni lacunose,
continue rettifiche sulle tempistiche, lunghi periodi di attesa periodicamente
interrotti da scadenze pubblicate, spesso, con soli pochi giorni di anticipo. Tali
condizioni non hanno garantito alle e agli iscritti di affrontare tale percorso con
le dovute informazioni, dipingendo, d’altra parte, una situazione di costante
emergenza del tutto ingiustificata. Le pubblicazioni dei primi riconoscimenti, avvenute nel corso delle ultime
settimane, mancano di spiegazioni che permettano di capirne pienamente i
criteri, motivo per cui molte e molti di noi si sono trovati a dover chiedere
chiarimenti. L’arbitrarietà che la procedura di riconoscimento lasciava
prevedere fin dall’inizio, si trova purtroppo ad essere confermata: la
valutazione dei medesimi esami ha trovato, ad esempio, in altri atenei, esiti
diversi da quelli sanciti dall’Unibo.
Questo è inaccettabile perché va a creare
situazioni di disparità tra coloro che accederanno al concorso.
Alla data attuale, inoltre, le operazioni di riconoscimento non sono state
ancora concluse, né esiste una scadenza entro cui ne sia previsto il
termine. Allo stesso tempo si è tuttavia conclusa la prima finestra dedicata
alla compilazione del piano di studi: molti si sono trovati e si troveranno
dunque nella grottesca situazione di presentare un piano di esami senza
sapere quanti e quali crediti debbano effettivamente conseguire.
Non solo ci troviamo a dover attendere a un requisito che più volte abbiamo
avuto modo di definire ingiusto (in quanto retroattivo e a pagamento), iniquo
(per i margini di discrezionalità ai quali si presta il processo di riconoscimento
dei crediti già acquisiti) e superfluo (dato che è previsto un percorso di
reclutamento formativo lungo 3 anni), ma ci troviamo a doverlo fare secondo
modalità confuse e arbitrarie e con un’offerta formativa si è dimostrata di
scarsa qualità, acritica e nozionistica.
Al fine di permettere alle e agli iscritti di comprendere pienamente la propria
situazione e progettare le proprie scelte, chiediamo pertanto che:
1) vengano pubblicate le liste degli esami effettivamente riconosciuti;
2) vengano ulteriormente esplicitati i criteri di valutazione e le motivazioni che
hanno portato alla mancanza di riconoscimento dei singoli esami;
3) siano specificate modalità per cui sia continuamente possibile accedere
alle procedure di riconoscimento fino alla data del bando del FIT;
4) i crediti acquisiti nel percorso 24 CFU siano conteggiati ai fini dell’accesso
al Diritto allo studio (fruizione delle borse di studio Er-go).
Più volte i rappresentanti dell’Università hanno affermato che le difficoltà
organizzative non fossero da imputare ad altro se non alla condizione di
profonda inadeguatezza determinata dall’emanazione del DM 616/2017,
senza un adeguato accompagnamento esplicativo della norma e delle
tempistiche legate al prossimo concorso FIT. Quali che fossero le motivazioni che hanno portato ai ritardi e al caos
verificatisi (da imputare alla condizione di profonda inadeguatezza
determinata dall’emanazione del DM 616/2017, come affermato dai
rappresentanti stessi dell’Università, o derivanti da problemi di gestione
dell’Ateneo stesso) a farne le spese sono stati sempre e comunque le
destinatarie e i destinatari del FIT.
Chiediamo quindi che l’Ateneo di Bologna e gli altri atenei italiani
contribuiscano a agevolare quanto più possibile le situazioni di coloro che, in
mancanza di un percorso di reclutamento docenti già dal 2014, stanno
provando ad accedere all’insegnamento e senza alcuna responsabilità si
trovano adesso a dover rispondere ad un requisito d’accesso che non era
previsto nel corso della formazione ordinaria, e si trovano a farlo magari
lavorando, spesso già a scuola, come insegnanti precarie e precari.
Coordinamento precari/-ie della scuola Bologna e partecipanti all’assemblea
sul FIT organizzata da:
CPS Bologna
Noi Restiamo
Cobas scuola Bologna
Usb scuola Bologna
Nessun commento:
Posta un commento