Inauguriamo la nuova stagione di Fuori Ruolo
con una rassegna delle tematiche che hanno interessato la dal ritorno delle
vacanze in poi. C’è da dire che sono tante e toccano aspetti differenti del
mondo della scuola: gli studenti, la didattica e i lavoratori e le lavoratrici
della scuola.
La puntata inizia proprio da quest’ultimo
punto: l’ultima sentenza del Consiglio di Stato in adunanza plenaria ha
estromesso dalle Graduatorie ad esaurimento ben 43.000 maestri e maestre
diplomate e diplomati entro il 2001 (quando ancora si poteva accedere alla
scuola con il solo diploma e non con il vincolo della laurea) che una
precedente sentenza, sempre dello stesso Consiglio di Stato aveva inserito in
graduatoria ed addirittura in ruolo. Oltre al dato umano devastante, il dato di
fatto che emerge è sempre lo stesso: buoni per fare le supplenze, non adeguati
per l’assunzione. Lapidarie, nel senso di lapide per citare una canzone degli
Offlaga Disco Pax, le parole della Ministra Fedeli a commento di questa
sentenza rilasciate al quotidiano La Repubblica all’indomani della
sentenza:
“La sentenza va applicata, ma dobbiamo
calcolare l’impatto e le conseguenze per questo ho convocato una riunione per
il prossimo 4 gennaio. Capisco la loro situazione, ma bisogna tenere conto che
ci sono pure leggi e regolamenti da rispettare”.
La scuola, oltre che peri maestri e le maestre
della scuola primaria è un terreno di dibattito piuttosto ampio. Durante il
mese di dicembre ha conosciuto avuto una rapida diffusione un Appello per la scuola pubblica- un documento sulla scuola e sull’istruzione,
da leggere, pensare e sottoscrivere.
Il documento, redatto da sei insegnanti delle
scuole superiori del Nord-Italia, un ex preside e un docente universitario,
denuncia gli effetti della legge 107 sulla scuola e chiede che si torni a
parlare criticamente di scuola “ricostituendo un fronte comune” tra insegnanti,
dirigenti, studenti e “riprendendo una lotta cosciente e resistente in difesa
della scuola”.
È un testo piuttosto interessante, vi
consigliamo di leggerlo. Affianchiamo però la lettura a due altri interventi
pubblicati in questo periodo.
Il primo è un articolo pubblicato da un
maestro di terza elementare, Gianluca Gabrielli che, pur condividendo lo
spirito dei sottoscrittori, sente però l’esigenza di allargare la riflessione
sulla scuola anche ai cicli dell’infanzia che nell’appello ha sentito poco
rappresentati.
Martedì 9 gennaio è stato pubblicato su “Il
Manifesto” un intervento di Girolamo de Michele dal titolo “Non lasciamo cadere
i suggerimenti di papa Francesco”. De Michele accosta il “mantra reazionario di
Mastrocola “l’insegnante spiega, l’alunno studia. L’alunno ripete, l’insegnante
valuta” all’approccio che in passato ha avuto il mondo cattoliche che, mentre
urlava all’emergenza educativa “letta come prodotto della modernità, invocava
un ritorno al patrimonio di valori della tradizione che si traduceva in un
attacco alla scuola pubblica per favorire le lobby private di Comunione e
Liberazione”. A questo De Michele contrappone il discorso che Bergoglio ha
fatto il 5 gennaio ai maestri cattolici, proponendo tre punti di riflessione “la
cultura dell’incontro, l’alleanza tra scuola e famiglia e l’educazione
ecologica. E anche un incoraggiamento al fare associazione.” De Girolamo
conclude così: “nella consapevolezza che senza una rivoluzione della scola non
si rivoluziona la società, ma anche che senza rivoluzionare la società non si
salva la scuola, oggi ritrovo la volontà di “ripensare, costruire e difendere”
la scuola pubblica, queste tre indicazioni di lotta, nella proposta educativa
di Papa Francesco.” Interessante lettura anche quella di Bergoglio, ve la
proponiamo qui:
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